IL FENOMENO DEL ”CATCALLING”

In questi giorni non si fa che parlare del fenomeno del ”catcalling”, la cui etimologia deriva dalle due parole inglesi: cat e calling, volendo rimandare al verso che viene fatto per richiamare l’attenzione dei nostri animali domestici.

La stessa Accademia della Crusca, nello spiegare in che cosa consiste il catcalling, lo definisce ”una molestia sessuale, prevalentemente verbale, che avviene in strada”.

Accade frequentemente, infatti, che le donne proprio per strada ricevano fischi, ”complimenti” sulle loro caratteristiche fisiche, talvolta anche sessualmente espliciti che provocano in loro ansia e, a volte, vere e proprie modifiche delle condizioni di vita.

In particolare, le donne saranno indotte a cambiare strada, modificare il proprio vestiario, o, saranno persino portate a non uscire di casa.

Detto fenomeno viene inquadrato giuridicamente solo in alcuni Paesi:

  • in Francia, nel 2018, è stata emanata una legge che punisce ”le espressioni predatorie con carattere degradante o umiliante, in grado di creare situazioni intimidatorie, ostili o offensive” con la previsione di una pena pecuniaria che va dai 750 ai 1500 euro, laddove tali espressioni siano dirette a minori di anni 15;
  • negli USA, ad oggi (nonostante il famoso caso di Ruth George, ragazza brutalmente assassinata per aver ignorato le avanches verbali di un uomo in un parcheggio) vengono ritenute penalmente rilevanti solo le condotte lesive integrate nel posto di lavoro.

Con riguardo al nostro Paese, non esiste allo stato attuale una norma che tuteli le donne che subiscono questo tipo di molestia.

Nonostante ciò, la Corte di legittimità si è più volte soffermata sulla definizione stessa di ”molestia”, ritenendola integrata anche

nell’insistente comportamento, prolungato nel tempo, di chi “corteggia”, in maniera non gradita, una donna, seguendola in strada, essendo tale condotta rivelatrice di petulanza, oltre che di biasimevole motivo” (Cass. Pen., Sez. I, sentenza n. 55713/2017).

Appare evidente dunque come le molestie derivanti dal catcalling, che di per sè non integrano una fattispecie abbastanza grave da essere penalmente rilevante, spesso possano sfociare in atti gravissimi come la violenza sessuale o gli atti persecutori (stalking).

Alla luce di un tanto, si auspica che vi possa essere un qualche tipo di intervento da parte del legislatore, al fine di anticipare la tutela.

Nel frattempo, sarà opportuno mettere in atto delle campagne di sensibilizzazione che scoraggino questo tipo di comportamento sgradito, che per alcuni, purtroppo, viene bollato come ”un semplice complimento per cui le donne dovrebbero sentirsi lusingate”.

IL FENOMENO DEL ”CATCALLING”
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